RASSEGNA STAMPA

Làcanas 

intervista di Roberta Olianas

Anno 2020

Pittoscultura di Romeo Pinna

Intervista di Giulietta Grauso

Romeo Pinna è nato nel 1973 in Sardegna a Nuraminis.  La sua caratteristica è nella “pittoscultura“, che utilizza materiali grezzi come stoffe, terre, argille, legni, ghiaie, juta, lane e spaghi, mischiati agli splendidi colori della pittura, dando origine ad inconfondibili opere d’arte. Una sperimentazione costante che richiama le caratteristiche delraula Sardegna. Frequente nelle sue opere la figura femminile, esaltata nella sua eleganza e sensualità, che ricorda anche l’iconografia greca classica. Lo abbiamo intervistato per scoprire di più sulla sua vena artistica.

” Quando sei nato? E dove?”

Sono nato il 24 agosto 1973 a Nuraminis, in provincia di Cagliari. Oggi vivo e lavoro a Selargius.

” Quando hai iniziato a dipingere?”                                                                                                              

Ho iniziato a dipingere quando mia moglie mi regalò un dipinto fatto da lei,non so perché ma comprai subito dei colori acquarelli per provare anche io, fu un impulso immediato.

“Quale è la principale caratteristica dei tuoi quadri?”                       

I miei lavori si contraddistinguono per l’impiego di materiali naturali come sabbia, ghiaia, terra, lana sarda ed in modo particolare lo spago di canapa di vari spessori che plasmo per concretizzare la mia creatività e offrire all’osservatore anche un’esperienza tattile e sensoriale. Questa è la maniera con la quale cerco di rappresentare la mia terra e l’ambiente che abbiamo intorno, con i suoi colori e profumi.

“Hai incominciato con la sola pittura, o già utilizzando la tecnica che hai usi ora?”                   

Ho iniziato a prendere confidenza con i colori con la sola pittura, ma la tecnica che utilizzo oggi, e che ritengo mi contraddistingua, la utilizzo dal 2005: in quel periodo un’esperienza professionale nell’ambito della cosmetica ha inciso profondamente facendo emergere la mia creatività.

“Quali sono stati i tuoi principali riconoscimenti?”                                                                           

Sino ad ora mi sono concentrato maggiormente sulla ricerca e produzione artistica, ma non posso nascondere la soddisfazione per i riconoscimenti e l’apprezzamento che arrivano sia dal circuito  artistico che dal pubblico di appassionati o dalle persone semplicemente sensibili all’arte.

Vedere che davanti alle mie opere le persone si emozionano, che ciò che ho creato suscita interpretazioni e suggestioni, spesso anche diverse rispetto alle mie, mi fa percepire la forza dell’arte che penetra nel profondo delle persone senza spiegazioni aggiuntive. La condivisione emotiva pur nella differenza tra le persone è forse la sensazione più appagante per me.

Un altro riconoscimento importante è la presenza delle mie opere all’interno di numerose aziende. Non è solo una questione di immagine, spesso è la voglia di rendere gli ambienti di lavoro più accoglienti per se stessi e per coloro che vi operano. C’è poi anche il piacere personale e la soddisfazione nel vedere una interpretazione artistica della propria attività, diversa dal semplice logo aziendale.

In ambito nazionale recentemente ho partecipato per la 1° volta all’importante concorso LXII Premio Basilio Cascella 2018 posizionandomi 55° su 600 partecipanti.

“Hai esposto anche fuori dall’Italia?dove?”                                                                                                  

Purtroppo per ragioni di tempo e distanza ho dovuto rinunciare a diversi inviti e opportunità.

Nel 2008 ho esposto nell’ambito di una collettiva a Montecorvino Rovella (Sa) “Ver Vitae I Linguaggi Dell’arte” ricevendo la gradita critica del professor Gerardo Pecci: “Romeo Pinna mette in evidenza il proprio rapporto forte d’amore e vita con la realtà, attraverso l’uso di materiali inconsueti che entrano quasi magicamente nelle sue composizioni, dando vita a cromatismi materici, che come atomi contribuiscono a creare forme ed immagini

” Chi sono i tuoi maestri di pittura?”                                                                                       

Non credo di poterli chiamare maestri, ma nell’approccio alla pittura,  di sicuro Van Gogh e Monet sono stati i primi modelli a cui mi sono ispirato copiando alcuni dei loro capolavori. Più vicino nel tempo,  un artista di fama a cui mi sento particolarmente vicino per l’impiego dei materiali è Alberto Burri. Ad ogni modo mi ritengo profondamente autodidatta.

“Quali temi vuoi trasmettere?”                                                                                                    

L’amore e bellezza del mondo che ci circonda che spesso non riusciamo più a percepire, il tema della libertà dell’individuo, nel pensiero e nei modi di essere, il mistero e la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature.

“Qualche progetto di cui vuoi parlare?”                                                                                                    

Sto portando avanti un progetto ambizioso incentrato sull’essere umano, che vadal momento del suo concepimento passando per le varie fasi della sua vitafino al momento della sua ineluttabile fine.E’ in divenire come la vita stessa e quindi varia e si contamina con essa continuamente.

“A chi ti ispiri nei tuoi quadri?”                                                                                                                                          

Al Romeo più intimo…Cerco di fare una sorta di analisi introspettiva tra i miei pensieri, cercando dentro di me le emozioni e sensazioni più profonde.

“Hai frequentato una scuola d’arte, o sei autodidatta? ”                                                                             

Sono un autodidatta, adoro ricercare, sperimentare… a volte anche “sbagliare”, che poi è un modo diverso di andare avanti, e correggermi per migliorare.